innovazione

La fotografia dell’innovazione italiana scattata dal governo è sconfortante.

L’Italia – scrive la relazione di accompagnamento al PNRR – è al 25esimo posto nel Vecchio continente per il livello di digitalizzazione. Le motivazioni sono da ricercare nella carenza di competenze specifiche e nel basso tasso di adozione di tecnologie avanzate come il cloud. Ma anche, e soprattutto, nei mancati investimenti delle imprese in innovazione nell’ultimo millennio.

Sappiamo che il tema del digitale non si trova solo nella Missione 1, ma è trasversale a tutto il PNRR e caratterizza molte delle politiche e degli interventi di riforma. E, questa volta, differentemente dal passato, il Piano sembra porsi in continuità con le recenti politiche in materia di transizione digitale, potenziando molteplici iniziative già adottate.

Le risorse messe a disposizione per la transizione digitale ammontano a circa 40, 32 miliardi: la vera sfida sarà saperle utilizzarle bene.

Innovazione: Missione 1 del PNRR

Per provare a colmare il digital divide con il resto d’Europa, la Missione numero uno del piano nazionale di ripresa e resilienza prova a regalare all’Italia un’overdose di innovazione. Banda larga e 5G per tutti. Scuola e ospedali cablati al 100%. Un’unica piattaforma per la promozione del turismo italiano. Più una grande opera di digitalizzazione della pubblica amministrazione e maxi-investimenti hi-tech per accelerare i processi e ridurre il gap di produttività delle PMI italiane.

Pubblica Amministrazione (9,75 miliardi)

Il PNRR intende rivoluzionare la connettività della Pubblica Amministrazione. C’è tanto lavoro da fare: il 95% degli 11.000 data center pubblici – si legge nel documento – sono “carenti in sicurezza, affidabilità ed efficienza”. Il primo obiettivo è, quindi, quello di cercare di mettere in rete tutti i servizi dei tanti settori digitali del Paese per aiutarli a dialogare tra loro. Una semplificazione che dovrebbe consentire non solo un accesso più agevole per i cittadini, ma anche un utilizzo basato sulla logica del “once only”. Una volta inviati i propri dati alla PA, non dovrebbe essere più necessario spedirli nuovamente ogni volta che si accede al sistema.

Un importante investimento (2,3 miliardi) è previsto per far fronte alla lentezza della giustizia, un grosso ostacolo per gli investimenti esteri in Italia.

La dirigenza e il personale pubblico devono sentirsi coinvolti e responsabilizzati in questo processo di irrobustimento della salute digitale della Pubblica Amministrazione. Devono essere ingaggiati con la consapevolezza che dare il proprio contributo significa non solo semplificare il proprio modo di lavorare, ma anche facilitare la vita ai cittadini.

Imprese (23,8 miliardi)

L’Italia è molto debole nel campo della digitalizzazione delle imprese e paga due punti di PIL solo per i suoi ritardi tecnologici sul resto d’Europa. In particolare nella manifattura e nelle PMI che rappresentano il 70% del valore aggiunto industriale e l’80% della forza lavoro. La maggior parte dei fondi disponibili sarà pertanto utilizzata per sostenere Transizione 4.0, un programma che incoraggia le aziende a innovare. Sei miliardi saranno destinati alla banda larga e al 5G, connettendo tutta la struttura sanitaria e le scuole e collegando 18 isole minori con cavi sottomarini.

Turismo e cultura (6,6 miliardi)

L’obiettivo generale di questo capitolo del PNRR è quello di creare un hub unico (italia.it) per l’offerta del brand turistico e culturale italiano all’estero. Ma anche di rendere più accessibile, verde e di qualità l’offerta delle strutture ricettive, puntando non solo sulle tradizionali mete ma anche sui borghi storici, sul turismo rurale e religioso. Gli incentivi contribuiranno a mettere su un’unica piattaforma digitale nazionale il patrimonio di musei, archivi pubblici, biblioteche e luoghi di cultura. 

L’Italia ha un ruolo importante nella ricerca scientifica mondiale, ma se vuole ambire a essere un Paese leader nell’innovazione deve puntare a colmare i suoi ritardi nel digitale, nel trasferimento tecnologico alle imprese e nel supporto finanziario alle startup innovative.

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Fonti

https://www.repubblica.it/dossier/economia/innova-italia/2021/06/07/news/italia_tutto_sull_innovazione_per_colmare_il_digital_divide_con_il_resto_d_europa_-303715528/

https://www.agendadigitale.eu/cultura-digitale/innovazione-cosa-serve-allitalia-per-emergere-modelli-da-seguire-e-rischi-da-evitare/