rifugiati

La questione rifugiati è un’emergenza a livello europeo dal 2015. Oltre un milione di persone ha messo a repentaglio la propria vita per raggiungere l’Europa (EUROSTAT-2017), scappando dalle guerre e dall’oppressione. 

Da allora, la pressione in termini numerici di rifugiati e richiedenti asilo è diminuita, ma la questione in Europa è ancora rilevante. Dati forniti dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR – aggiornati al 2016), dicono che vi è una presenza di oltre 5 milioni di rifugiati in Europa, di cui 2,3 milioni in Turchia. Solo 147.370 risiedono in Italia, pari al 2,4 per mille della popolazione.

Rimane tuttora fondamentale analizzare la portata del fenomeno e spostare il focus da minaccia percepita ad occasione da cogliere.

I rifugiati come opportunità in termini di competenze e integrazione

Tra i rifugiati, sono poco più della metà i bambini in età scolare primaria che frequentano la scuola. Meno di un quarto i ragazzi della fascia d’età per la scuola secondaria. Solo l’1% segue l’istruzione terziaria.

La presenza di rifugiati sul territorio può e deve essere una opportunità di crescita e sviluppo. Questo grazie anche alla capacità dell’intero sistema di integrare e valorizzare competenze e abilità che altrimenti andrebbero disperse.

Affinché questo obbiettivo si possa realizzare in tempi brevi, è necessario accompagnare e sostenere l’accesso all’istruzione e al mercato del lavoro con politiche pubbliche di inclusione socio-economica e con una maggiore apertura alla contaminazione culturale.

Le Istituzioni di Istruzione Superiore (IIS) assumono un ruolo cruciale in questo processo virtuoso. Per questo, diventa sempre più urgente per gli atenei Europei dotarsi di strumenti e procedure flessibili e solide, per riuscire a rispondere al bisogno emergente di integrazione. Le competenze e le skills presenti fra la popolazione con status di rifugiato spesso restano potenzialità inespresse proprio per una oggettiva difficoltà di ingresso nel mondo dell’istruzione, in particolare in quella universitaria. Di conseguenza, risulta complesso anche l’accesso al mercato del lavoro qualificato.

Quali sono le politiche e le buone prassi in Italia?

In Italia non è stata istituita una procedura specifica a carattere nazionale in tema di riconoscimento delle qualifiche dei rifugiati. Tuttavia, si configura un quadro normativo contenente norme di particolare valore civile che regolano il riconoscimento dei loro titoli. Ogni Ateneo è invitato ad adottare tutti i provvedimenti possibili e ragionevoli per elaborare procedimenti interni atti a valutare equamente ed efficacemente se i rifugiati soddisfino i requisiti per l’accesso all’istruzione superiore, anche nei casi in cui i titoli di studio dichiarati non possano essere comprovati dai relativi documenti.

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Fonti:

Fondo Asilo Migrazione e Integrazione (FAMI) 2014-2020, WP4 VALORIZZAZIONE DELLE COMPETENZE DEI MIGRANTI, “REPORT DELLO STUDIO DI VALUTAZIONE DEGLI APPRENDIMENTI INFORMALI E FORMALI